Libra: il CEO di Visa riapre (forse) la porta
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Annunciata la scorsa estate, la stablecoin Libra non ha mai visto la luce. L’asset crittografico pensato per gli utenti di Facebook aveva incontrato la decisa resistenza del governo USA.
Per questo vari partner del progetto Libra, come ad esempio Visa, avevano ritenuto opportuno ritirare la loro adesione.
Adesso però il presidente e amministratore delegato della società, Alfred Kelly, lascia intendere una possibile retromarcia.
Mr Kelly ha posto l’accento sui progressi compiuti nel corso dei mesi dal progetto Libra. Grazie alle migliorie, la stablecoin potrebbe essere accettata anche a livello istituzionale.
Il CEO di Visa ha poi accennato alla netta distinzione fra criptovalute e stablecoins. Le prime commodity, le seconde una forma alternativa e utile di valuta.
Se le valute virtuali agganciate a una divisa fiat si diffondessero, potrebbero aumentare la financial inclusion specie nei paesi emergenti. Lo scopo ufficiale dell’implementazione di Libra in effetti è questo.
L’anno scorso la news del lancio della stablecoin “made in Facebook” aveva provocato un’impennata dell’intero settore crypto.
In realtà Libra sarebbe un asset crittografico ma non decentralizzato. E data la natura di stablecoin, come Tether non risulterebbe soggetta alla volatilità tipica delle criptovalute.
Lucrare con Libra come avviene con bitcoin e le altcoin sarebbe insomma impossibile. Ma il suo contributo alla diffusione delle valute crittografiche si rivelerebbe presumibilmente molto importante.