Investimenti in criptovalute: in aumento istituzionali
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A dispetto della mancanza di fondamentali, gli investimenti in criptovalute vedono un’elevata crescita di esposizione da parte di investitori istituzionali. A rivelarlo una ricerca di Fidelity realizzata fra il novembre 2019 e la prima metà di marzo 2020.
La multinazionale USA ha condotto un’indagine su un campione di 800 investitori. Di questi, il 36% detiene token nel portafogli.
La composizione di questi investimenti in criptovalute rivela che i più attivi sono i venture ed hedge crypto funds.
Per quanto riguarda la composizione degli wallet, oltre all’acquisto di tokens, risulta forte la presenza di futures.
Il ruolo di regina spetta a bitcoin. Globalmente un quarto di tutte le forme di investimenti in criptovalute si realizza su questo asset.
Al secondo posto troviamo ethereum, con un 11% di posizioni aperte sull’altcoin più capitalizzata.
La ricerca di Fidelity è stata effettuata su aziende americane ed europee.
Vale la pena notare che la media del 36% è frutto dell’esposizione sul crypto mercato del Vecchio Continente, attestata intorno al 45%, e del 27% ricavato da aziende USA.
Il report evidenzia anche i timori che ostacolano una maggiore penetrazione degli investimenti in criptovalute nei portafogli societari.
I più comuni sono la volatilità dei token, la manipolazione da parte delle balene e l’assenza di fondamentali.
Fidelity è il quarto gestore mondiale per valore di investimenti in fondi di varia natura. La ricerca citata si è svolta anche l’anno precedente, ma limitata agli investitori istituzionali di Oltreoceano.