Bug bitcoin nel 2% delle transazioni sul network
1 min read
A fine aprile è stato reso noto un bug bitcoin dalle ricadute potenziali molto pericolose. A rivelarlo è un ingegnere tedesco, 0xb10c il suo pseudonimo, impegnato nella ricerca di falle nella sicurezza del network.
Il bug bitcoin in questione ha prodotto transazioni fallate fra il settembre 2018 e il marzo 2020. Per l’esattezza il problema ha interessato il 10% di quelle cosiddette timelocked, ossia il 2% del totale delle transazioni del network bitcoin.
In pratica, a causa di un errore nella procedura i riceventi che usano ad esempio l’Electrum Bitcoin Wallet e il Bitcoin Core Wallet, che normalmente devono attendere il mining di 8 blocchi aggiuntivi prima di accedere alla criptovaluta appena trasferita, possono invece disporne immediatamente.
Come conseguenza di questo bug bitcoin può verificarsi il fee sniping. Il termine indica una sovrapposizione fra un blocco validato correttamente e un blocco simile ma contenente transazioni sospese.
Nella realtà però sembra che per ora non sia accaduto. E quest’anno è stata rilasciata una patch per risolvere questa falla. L’aggiornamento definitivo e globale richiede però del tempo, date le dimensioni del network.
Una preoccupazione potrebbe nascere dalle entità coinvolte. Il bug bitcoin rilevato da 0xb10c ha avuto come origine quasi sempre una sola fonte, la quale, contattata dall’ingegnere, si è dimostrata collaborativa. Altre però potrebbero non essere open source, ostacolando la soluzione radicale del problema.